preavviso licenziamento

Il preavviso licenziamento: quando è obbligatorio?

Oggi parliamo del Preavviso di Licenziamento, andando a vedere che cos’è, quando è necessario e come deve essere comunicato.

Se sei un imprenditore non puoi fare a meno di conoscere al meglio come licenziare un dipendente, sia che si tratti di licenziamento disciplinare, o di un licenziamento per giustificato motivo oggettivo.

E’ sempre necessario dare il preavviso di licenziamento?

In questo articolo lo scoprirai! Leggi l’articolo e scopri tutto quello che devi sapere.

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Il preavviso di licenziamento

Risulta doveroso iniziare sottolineando che è la legge stessa (art. 2118 c.c.) a imporre al datore di lavoro di comunicare al lavoratore la propria decisione di interrompere il rapporto di lavoro con un congruo anticipo. 

Si vuole partire, dunque, dalla definizione per poi passare a vedere come funziona l’istituto preso in considerazione.

Che cos’è il preavviso di licenziamento

Il preavviso di licenziamento è il lasso di tempo che intercorre tra la comunicazione del licenziamento e l’ultimo giorno di lavoro in azienda. 

Questo periodo va comunicato dal datore di lavoro direttamente nella lettera di licenziamento.

Durante il preavviso il rapporto di lavoro prosegue normalmente e permette al dipendente da un lato di percepire comunque la retribuzione e dall’altro attivarsi per cercare un’altra occupazione.

Leggi anche gli articoli:  Sblocco Licenziamenti 2021Licenziamento discriminatorio, nullo, intimato in forma oraleLicenziamento dei dirigenti.

Quando si applica il preavviso

Il preavviso si applica solo ai rapporti a tempo indeterminato. 

È quindi escluso il lavoro a termine, perché contratto pensato per sopravvivere fino alla data di scadenza e in cui il recesso anticipato è possibile esclusivamente in presenza di giusta causa (quindi licenziamento in tronco o senza preavviso) o per impossibilità sopravvenuta della prestazione. Leggi l’articolo Licenziamento per giusta causa.

L’azienda può anche decidere, con il consenso o meno del lavoratore, di non concedere alcun periodo di preavviso. In questo caso è tenuta a corrispondere un’indennità sostitutiva pari all’ammontare della retribuzione cui il dipendente avrebbe avuto diritto se il preavviso fosse stato lavorato.

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La durata del preavviso

La durata minima del preavviso è stabilita dai contratti collettivi e generalmente varia a seconda del livello e dell’anzianità aziendale del licenziato, sul presupposto che all’aumentare dell’inquadramento e degli anni di servizio si dilata anche il preavviso.

Come anticipato, i CCNL stabiliscono solo la durata minima del preavviso, nulla vieta ai contratti aziendali o individuali di intervenire in materia con condizioni di miglior favore. Nello specifico possono unicamente ampliare i periodi di preavviso.

Il preavviso decorre dal momento in cui la comunicazione di licenziamento giunge a conoscenza del lavoratore, da individuarsi con la data in cui questi riceve materialmente la lettera. 

Per avere tempi certi è bene optare per una raccomandata a mano datata e firmata per ricevuta dal lavoratore.

In caso di invio a mezzo posta la forma utilizzata dev’essere la raccomandata con ricevuta di ritorno, usufruendo peraltro dei servizi online di tracciabilità della missiva rilevando, a tal fine, la data di immissione nella cassetta delle lettere dell’avviso di giacenza.

Una volta fissata la decorrenza, l’azienda deve calcolare sulla base del CCNL o del contratto aziendale/individuale i giorni di preavviso che mancano all’ultimo lavorato. La cessazione dev’essere peraltro comunicata al Centro per l’impiego mediante invio del modello Unilav entro cinque giorni decorrenti dall’ultimo lavorato.

L’indennità sostitutiva

Il datore può decidere, con il consenso del dipendente, di interrompere il rapporto senza concedere alcun giorno di preavviso. In questo caso l’azienda è tenuta ad erogare in busta paga un’apposita indennità sostitutiva, pari alla retribuzione che sarebbe spettata al dipendente se avesse lavorato durante il periodo di preavviso.

L’indennità dev’essere corrisposta con il cedolino relativo all’ultimo mese di lavoro insieme alle altre competenze di fine rapporto:

  • ferie e permessi maturati e non goduti;
  • mensilità aggiuntive.

L’indennità sostitutiva è peraltro dovuta anche laddove l’azienda concede solo in parte il preavviso fissato dal CCNL; ad esempio 10 giorni a fronte di un minimo di 30.

L’indennità sostitutiva del preavviso è pari alla retribuzione che sarebbe spettata al dipendente per i periodi di lavoro tra la data di ricevimento della comunicazione di licenziamento e l’ultimo giorno in azienda, compresi i ratei di tredicesima e quattordicesima mensilità se prevista.

La retribuzione da prendere a riferimento è quella in atto al momento in cui l’azienda comunica il licenziamento.

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Leggi anche:  Il regime applicabile in caso di licenziamento illegittimo; La Procedura Disciplinare; Licenziare un dipendente a tempo determinato.

Quando NON serve il Preavviso di Licenziamento

L’azienda non è tenuta a concedere alcun periodo di preavviso nei casi di:

Licenziamento per giusta causa;

– Licenziamento durante o al termine del periodo di prova;

– Recesso per giusta causa nei contratti a tempo determinato;

– Risoluzione consensuale del rapporto;

Infine è utile precisare che il contratto individuale di lavoro non può escludere preventivamente il periodo di preavviso.

Leggi anche gli articoli: Licenziamento per malattiaLicenziamento per superamento del periodo di comporto; Licenziamento collettivo.

Conclusione

In questo articolo abbiamo parlato del Preavviso di Licenziamento. Ricordati che il preavviso è sempre necessario a meno che si tratti dei casi sopra citati. Nel caso in cui il Preavviso non viene dato ed era necessario, subentra l’obbligo di versare un’indennità sostitutiva, il cui ammontare è definito dal CCNL.

Ricordati che quando si parla di Licenziamento si entra in una questione davvero delicata e commettere errori è all’ordine del giorno. Ecco perché scegliere di rivolgersi ad un Avvocato che si occupa proprio di licenziamenti farebbe un’enorme differenza.

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