licenziamento senza giusta causa

Il Licenziamento senza giusta causa: è possibile?

E’ possibile Il Licenziamento di un dipendente senza giusta causa? In questo articolo vediamo se è possibile licenziare un dipendente senza avere una motivazione valida o se invece non è possibile licenziare un dipendente senza la giusta causa incorrendo quindi in sanzioni gravi.

Leggi l’articolo e e guarda il video per scoprire tutto quello che devi sapere.

Vuoi licenziare un dipendente?

Leggi anche gli articoli: il Licenziamento in tronco, il licenziamento per scarso rendimento, Licenziamento Disciplinare e Procedura Disciplinare.

Licenziamento senza Giusta Causa

Partiamo subito con il dire nell’ordinamento italiano non è consentito intimare il licenziamento senza addurre una valida giustificazione. 

Con l’entrata in vigore della L. 604/1966 e, successivamente, dello Statuto dei lavoratori e del Jobs Act, l’irrogazione della massima sanzione disciplinare non può più essere comminata se non sorretta da una giusta causa o da un giustificato motivo. Vediamo ora le differenze esistenti tra le diverse tipologie di licenziamento.

Il Licenziamento per Giusta Causa

Per Licenziamento per Giusta Causa si intende una Licenziamento causato da un qualcosa che non consenta la prosecuzione, nemmeno provvisoria, del rapporto di lavoro.

Essa è generalmente riconducibile a tutti quei casi in cui la condotta del dipendente è talmente grave da ledere irreparabilmente il rapporto di fiducia tra il lavoratore e l’azienda, tanto da non poter proseguire oltre.

Solo per fare alcuni esempi, si pensi al lavoratore che:

  • aggredisca verbalmente il datore di lavoro o un proprio superiore minacciandoli;
  • abbandoni arbitrariamente il posto di lavoro
  • accumuli plurime assenze ingiustificate ovvero si appropri fraudolentemente di beni aziendali

Leggi anche:  Licenziamento discriminatorio, nullo, intimato in forma oraleLicenziamento dei dirigenti e Licenziamento per superamento del periodo di comporto.

Se vuoi scoprire come licenziare un dipendente, scarica l’ebook GRATUITO “Come Licenziare un Dipendente

ebook come licenziare un dipendente

Il Licenziamento per Giustificato Motivo Soggettivo e Oggettivo

Quanto al Licenziamento per giustificato motivo, esso si distingue tra Licenziamento per giustificato motivo soggettivo e Licenziamento per giustificato motivo oggettivo.

Il primo corrisponde ad inadempienze del lavoratore di più lieve entità e non sufficientemente gravi da implicare la cessazione immediata del rapporto di lavoro, il quale terminerà solo dopo il periodo di preavviso. 

Diversamente, il giustificato motivo oggettivo è rappresentato da motivazioni economico-organizzative che spingono l’impresa a sopprimere uno o più posti di lavoro senza la possibilità di assegnare il dipendente a mansioni diverse. 

Leggi anche: il Preavviso di Licenziamento; Sblocco Licenziamenti 2021Come licenziare un dipendente.

Conseguenze Licenziamento senza giusta causa

Detto ciò va affrontato il tema delle conseguenze di un licenziamento irrogato senza giustificazione. 

La legge sanziona il licenziamento ingiustificato tenendo in considerazione le dimensioni dell’impresa datrice di lavoro.

In particolare, nelle imprese con meno di quindici dipendenti la tutela riservata al lavoratore ingiustamente licenziato è generalmente di tipo risarcitorio. Infatti, a meno che il datore di lavoro non preferisca riassumere il dipendente, sarà tenuto solamente a versargli un’indennità di importo compreso tra un minimo di 2,5 ed un massimo di 6 volte la sua ultima retribuzione (da tre a sei mensilità per gli assunti dopo il 7 marzo 2015).

Diversamente accade nella grande impresa (che occupi più di quindici dipendenti all’interno della singola unità operativa o comunque più di sessanta dipendenti complessivamente).

 In questi casi, sino alla riforma Fornero, entrata in vigore nel luglio del 2012, la regola generale era quella della reintegrazione nel posto di lavoro (la c.d. tutela reale). A seguito della predetta riforma e del successivo intervento del Jobs Act, nel marzo del 2015, la tutela reale ha via via perso terreno in favore di una tutela meramente risarcitoria. 

Vuoi licenziare un dipendente?

Ad oggi la reintegrazione nel posto di lavoro è prevista solamente nei casi di licenziamento nullo e/o discriminatorio (invero sempre sanzionati con tale più forte forma di tutela, a prescindere dalle dimensioni dell’impresa) e nei casi in cui si rilevi l’insussistenza del fatto posto alla base del licenziamento (in tali casi la reintegra nel posto di lavoro è accompagnata da un’indennità commisurata all’ultima retribuzione dovuta dal giorno del licenziamento sino a quello dell’effettiva reintegrazione, comunque non oltre le 12 mensilità).

In tutti gli altri casi il datore di lavoro potrà solamente essere condannato alla corresponsione di una indennità contenuta tra un minimo ed un massimo dell’ultima retribuzione spettante al dipendente.

La riforma Fornero stabiliva l’indennità tra le 12 e le 24 mensilità, per i casi in cui il fatto contestato al lavoratore, pur sussistente, non fosse tale da giustificare il licenziamento, e tra le 6 e le 12 mensilità, per le violazioni formali o procedurali. 

Il Jobs Act ha poi variato tale cornice stabilendola tra 6 e 36 mensilità nel primo caso e tra 2 e 12 mensilità nel secondo caso.

Vedi anche gli articoli sul Licenziamento per Malattia e Il regime applicabile in caso di licenziamento illegittimo.

Conclusioni

In questo articolo abbiamo visto tutto quello che devi sapere sul Licenziamento senza giusta cuasa.
Ricordati che quando si parla di Licenziamento si entra in una questione davvero delicata e commettere errori è all’ordine del giorno. Ecco perché scegliere di rivolgersi ad un Avvocato che si occupa proprio di licenziamenti farebbe un’enorme differenza.

Affidati ora ad un Avvocato che si occupa di Licenziamento

Leggi anche: Licenziamento collettivo; Licenziare un dipendente a tempo determinato; Licenziamento per assenza ingiustificata.